Città più vivibili

Rendere più vivibili le città, ammodernando l’edilizia esistente utilizzando le nuove tecnologie per migliorare la qualità della vita e la sicurezza delle persone che ci abitano e ci lavorano: in pratica, rendere più belli e funzionali i quartieri recuperando l’esistente. Questa la precisa indicazione che emerge dal primo rapporto dell’Osservatorio congiunto su Innovazione e sostenibilità nel settore edilizio “Costruire il futuro” posto in essere da Fillea Cgil e Legambiente. Il modello che ha investito il Paese negli ultimi 60 anni, fatto di cementificazione invasiva, palazzi e villette non regge più. Ecco, quindi, la necessità di investire nella manutenzione del patrimonio edilizio esistente. «Oggi possiamo uscire dalla drammatica situazione del settore delle costruzioni — spiega Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente — puntando su due obiettivi: l’innovazione, perché c’è bisogno di una profonda trasformazione delle pratiche progettuali e costruttive se si vuole realizzare veramente un miglioramento della sostenibilità ambientale nelle costruzioni e in particolare delle prestazioni energetiche e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio in un territorio tanto fragile quanto a rischio». Esempi di edifici e quartieri sostenibili che spingano nella direzione del risparmio energetico e dell’uso delle fonti rinnovabili erano fino a pochi anni fa prerogativa del Paesi del Nord Europa. Oggi risulta invece interessante registrare le esperienze di alcuni quartieri e alcuni edifici importanti presenti nelle città italiane. Si tratta di esempi di nuova costruzione e di riqualificazione, in cui sono stati proposti ed applicati i Regolamenti Edilizi Comuna-li, con notevoli risultati ambientali ed economici. Ad esempio, a Trento, il quartiere “Le Albere” si sviluppa su un’area di 11 ettari, con 300 appartamenti, 5 ettari di parco pubblico, 30 mila metri quadrati destinati a uffici e commercio, due piani di garage interrati con circa 2000 posti auto. Un attento studio dei dettagli e delle tipologie di tamponamento, insieme a un’accurata scelta dei materiali isolanti, hanno permesso di innalzare le prestazioni degli edifici in termini di risparmio energetico e di contenimento della dispersione termica. L’intero complesso è servito da un’unica centrale di rigenerazione, capace di riscaldare e raffreddare tutti gli edifici: un sistema energetico centralizzato all’avanguardia, che fa risparmiare combustibile, riduce l’impatto sull’ambiente e i costi di manutenzione. In futuro, l’edilizia sarà soprattutto orientata alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Per questo mercato, il più importante e ricco di prospettive presenti e future, l’innovazione tecnologica prevalente non riguarda tanto le tecnologie costruttive, quanto i componenti e gli impianti. L’innovazione si concentra nell’involucro dell’edificio (copertura e pareti esterne), laddove avvengono gli scambi termo igrometrici e di ventilazione tra l’ambiente esterno e quello interno, e negli impianti, deputati a fornire e regolare i flussi energetici dell’edificio. Pareti e facciate ventilate, cappotti termici e coperture con fotovoltaico integrato, serre e schermature solari, caldaie a condensazione e contabilizzatori di calore, sono solo alcuni dei componenti e dei dispositivi che vengono correntemente installati e posati per rendere un’abitazione energeticamente efficiente. Fillea e Legambiente lanciano alcune proposte per il sostegno all’economia sostenibile delle costruzioni. In prima battuta, la necessità di una regia nazionale che dia certezze alla prospettiva della innovazione energetica in edilizia: in attuazione delle direttive europee si devono fissare i riferimenti normativi che valgano su tutto il territorio nazionale. Un secondo intervento riguarda gli edifici di nuova costruzione, dove occorre accompagnare il miglioramento delle prestazioni energetiche previsto dalle Direttive Europee stabilendo da subito un obbligo minimo di Classe A per tutti i nuovi interventi. Il terzo intervento è di carattere fiscale: rendere permanenti le detrazioni fiscali del 55% per gli interventi di efficienza energetica ed estenderle alla sicurezza statica. Ulteriore intervento: superare il Patto di Stabilità nel caso di interventi che migliorino l’efficienza energetica del patrimonio edilizio pubblico. I risultati del Rapporto dell’Osservatorio su Innovazione e sostenibilità nel settore edilizio è opera di Fillea Cgil e Legambiente.

Articolo tratto dal sito de “La Repubblica”